Sassoli de Bianchi "corregge" il commissario, che per far fronte alle minori risorse dallo Stato vuole reintrodurre i biglietti. Il presidente del Mambo interviene nel dibattito sulla cultura: "Ci vuole uno sforzo di immaginazione"
di FRANCESCA PARISINI,
Farebbe pagare l´ingresso ai musei solo ai turisti, e non ai bolognesi e agli studenti. Davanti alla progressiva riduzione dei fondi suggerisce «uno sforzo d´immaginazione sulla progettazione». Sono i temi che Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente del Mambo e imprenditore, affronterà domani alla Festa dell´Unità per gli stati generali della cultura.
Presidente Sassoli, il dibattito farà i conti coi tagli e le proposte del commissario Cancellieri, come reintrodurre il biglietto nei musei. Lei cosa ne pensa?
«Sono d´accordo con il commissario, ma farei un distinguo. L´80% dei visitatori del Mambo e del Morandi viene da fuori città, il resto sono bolognesi. I turisti si aspettano di pagare, anzi lo chiedono, altrimenti il valore del museo è sminuito. I cittadini, invece, lo pagano già, perché quel museo è sostenuto con soldi pubblici, quindi i loro. Un esempio. Il Morandi riceve 36mila visitatori l´anno, di cui 6mila bolognesi. Se agli altri facessimo pagare 5 euro, si ricaverebbero 150mila euro, più di quanto ci costa il museo. Un bell´introito».
L´ex assessore Ronchi propone un biglietto anche per il cinema in piazza.
«Per la prima volta non sono d´accordo con lui. Il cinema in piazza ha una valenza sociale; è uno dei pochi momenti in cui la città si trova unita attorno a un evento che la qualifica. È un rito identitario e collettivo che non metterei a pagamento».
E mettere a reddito contenitori come Sala Borsa?
«Al Mambo lo facciamo già, affittando gli spazi non espositivi. Senza introiti come il canone del bookshop e del ristorante faremmo fatica».
Crede in un azionariato popolare per la cultura?
«Esiste già: noi abbiamo gli amici del Mambo che versano 20 euro l´anno. Tutto serve. Queste iniziative sono più forti quando forte è il progetto culturale che si rivolge alla città. Se lo fa la Cineteca, vendendo le spillette, ha senso, perché la Cineteca ha un progetto ben riconoscibile dal pubblico».
Non è solo una questione di soldi, ma anche di idee.
«Visti i tempi, vanno ottimizzate le risorse dando priorità ai settori in cui la città è più forte. Ma credo anche che, se si è capaci di progetti forti, più facilmente s´attirano finanziamenti».
(01 settembre 2010) ©
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